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Linux è fra noi

Inviato: 27/05/2015, 10:02
da Etabeta
:) E' solo un detto ma è anche la sensazione che ho provato leggendo lo stimolante thread che Crescia ha postato rispetto all'argomento "Differenze fra Linux e Windows" nella sezione Discussioni Off-Topic. Infatti mentre leggevo il summenzionato la mente ha subito elaborato il fatto che Windows sia straconosciuto a livello planetario, cos'è, chi lo ha fondato per conto di chi e quant'altro compreso Microsoft ecc...
Linux per contro cos'è? Chi è? A cosa serve? Ma non era un fumetto degli anni '70?

Posso affermare quanto sopra per esperienza personale perchè quando tempo fa (neanche tanto), frequentai un corso di informatica presso un Università Popolare più di un docente disconosceva Linux, le sue distribuzioni, ancor meno le sue peculiarità, semplicemente per mancanza d'interesse, tanto c'è Windows dicevano - che bisogno c'è di complicarsi la vita? -, ed io che invece non feci mistero del mio affetto per Linux non ero troppo ben visto nell'ambiente (invidia o ignoranza?).

Ora senza voler creare del post padding, visto che probabilmente è abbastanza diffusa una certa ignoranza nei confronti di Linux e considerato che Crescia è stato più che esauriente nel suo Post che non risulta passibile di aggiunte , mi parrebbe opportuno portare all'attenzione dell'utente magari un pò curioso un pò di storia relativa a Linux che sì, è possibile scovare in rete perchè non ci sono misteri, ma che in un forum come questo potrebbe fare la sua bella figura.

Si parte dall'ormai lontano 1983 quando Richard M. Stallman , un'ingegnere informatico, decise che "software libero" doveva diventare la parola d'ordine nel mondo dell'informatica, proprio perchè gli utenti del tempo erano costretti ad acquistare mainframe molto voluminosi ed estremamente costosi che venivano condivisi da più programmatori.
Nella maggior parte dei casi il software era considerato un accessorio che veniva aggiunto all'hardware e ciascun utente aveva la possibilità e il privilegio di riscrivere o di modificare il programma sul proprio pc per poi condividerlo.
Non appena i computer si diffusero in maniera importante e quindi scesero anche di prezzo, alla fine degli anni '70, i produttori di software iniziarono a considerare con occhi diversi il valore intrinseco del loro prodotto sostenendo che esso deteneva una sorta di copyright e una forma di proprietà intellettuale, simile a quella di un brano musicale, un film o un libro.

Così ebbero inizio le varie distribuzioni di software in base a determinati accordi di licenza e in forme che limitavano la possibilità, da parte dell'utente di utilizzare, ridistribuire o modificare il codice. A partire dagli anni '80 le licenze software di tipo restrittivo iniziarono a rappresentare la norma.

Fu in quel tempo che Stallman, programmatore presso il Laboratorio di Intelligenza Artificiale (MIT) cominciò a pensare che era venuto il momento di concretizzare ciò che già da tempo gli frullava per la mente : una comunità in grado di sviluppare programmi senza vincoli, che definì dedicata allo sviluppo di " software libero" etichettato da zero a tre (invece che da uno a quattro) per aderire alle tipiche convenzioni dei programmatori informatici.

La storia continua ma vorrei che chi amministra il presente forum esprimesse un parere (anche privato se è il caso) sulla bontà o meno di questo tipo di informazione con il solo obiettivo di rendere più appetibile e meno indigesto questo Linux che nel mondo del software certo ha un posto preminente anche se non tutti concordano. ;)

Etabeta

Re: Linux è fra noi

Inviato: 27/05/2015, 10:05
da Etabeta
:) Eh sì, la storia continua e si riprende parlando di software libero inteso con le caratteristiche di cui sopra ho accennato e sono le seguenti:
- Libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo (libertà 0)
- Libertà di studiare il funzionamento del programma e di adattarlo alle proprie esigenze (libertà 1)
- Libertà di distribuire copie del programma a chiunque ne faccia richiesta (libertà 2)
- Libertà di perfezionare il programma e di rilasciare pubblicamente le proprie modifiche, in modo che l'intera comunità di utenti ne possa trarre vantaggio (libertà 3).
L'accesso al codice sorgente, ovvero al programma leggibile e modificabile ( che si distingue rispetto alla versione che può essere solo eseguita dal computer e che riguarda la maggior parte del software distribuito), costituisce un prerequisito relativo alle libertà 0 e 3.
Oltre a definire il concetto di software libero, Stallman impostò allora le basi di un progetto che si poneva l'obiettivo di creare un sistema operativo "libero" e in grado di sostituire il popolare sistema UNIX. Nel 1984 Stallman annunciò la nascita di questo progetto, cui diede il nome di GNU, acronimo dell'espressione GNU's Not UNIX.
Ma il progetto di Stallman non si esauriva così, infatti ora era necessario dare un'anima a quella sua nuova creatura e si accinse a farlo nel modo che vedremo in seguito. ;)

Etabeta, 10 novembre '11

Re: Linux è fra noi

Inviato: 27/05/2015, 10:06
da Etabeta
:) Riprendiamo il discorso parlando di Linux, si perchè a partire dai primi anni Novanta, Stallman insieme ad un gruppo di programmatori che lavoravano all'interno del progetto GNU riuscirono a sviluppare un sistema operativo quasi completo, che poteva essere liberamente distribuito.
Nella loro soluzione mancava solo una parte conclusiva essenziale nella forma di un "kernel", ovvero la definizione di un complesso sistema di comando del processore che costituisce il nucleo centrale di qualsiasi sistema operativo.
Nel 1991 Linus Torvalds scrisse una prima versione di kernel di questo tipo, che rilasciò con una licenza "libera" a cui diede il nome di Linux.
A sua volta questo lavoro di Linus poteva essere associato al sistema operativo e agli strumenti di sviluppo del progetto GNU , oltre che a un sistema grafico a finestre chiamato X.

La combinazione di questi elementi consacrò la nascita di un sistema operativo completamente gratuito e libero in base alle specifiche definite da Stallman.
Al momento tutti i sistemi indicati con il nome di "Linux" sono in effetti basati sul lavoro nato da questa collaborazione. Da un punto di vista tecnico, il termine "Linux" fa riferimento solo al kernel del sistema. Sono molti i programmatori e i collaboratori del progetto GNU , tra cui lo stesso Stallman, i quali sostengono che un sistema operativo di questo tipo vada indicato con l'espressione composita "GNU/Linux", in modo da riconoscere non solo i meriti di Linux ma anche del progetto GNU (oltre a evidenziare il proposito di GNU di espandere la libertà del software, in base a obiettivi che Linus Torvalds avrebbe anche potuto non condividere necessariamente).
Altre persone sostengono che questo nome sia troppo complesso e preferiscono semplicemente chiamare "Linux" un sistema di questo genere; altri ancora, per esempio i sostenitori del progetto Ubuntu, cercano di evitare questa controversia facendo riferimento al sistema GNU/Linux utilizzando (più per neutrale comodità) semplicemente il nome del progetto a cui lavorano.
Ma ci sono altre opinioni contrastanti sul cosidetto "Open Source", delle quali vi racconterò in seguito perchè la storia non finisce qui. ;)

Etabeta, 11 novembre '11

Re: Linux è fra noi

Inviato: 27/05/2015, 10:07
da Etabeta
:) "Open Source"? Le opinioni contrastanti non riguardano solo la denominazione della combinazione tra GNU e Linux. In effetti, la crescita del numero di collaboratori ai progetti GNU e Linux provocò la nascita di nuovi progetti software, con uno sviluppo favorito ulteriormente dalla facilità di accesso a Internet. Data la crescita e la diversità di questa comunità, furono in molti a notare un effetto laterale e non intenzionale del software libero di Stallman.
Poichè questo software viene realizzato in modo aperto, chiunque può contribuire allo sviluppo dei programmi studiandone il codice, trovando e risolvendo eventuali difetti che in imprese come queste è il minimo che possa capitare. Dato che il software viene così analizzato da un gran numero di programmatori, il medesimo risulta di qualità migliore, offre prestazioni superiori e funzionalità maggiori rispetto ad un software analogo che viene sviluppato tramite sistemi di sviluppo proprietari.
In molti casi il modello di sviluppo che definisce il software libero ha portato a un prodotto intrinsecamente migliore rispetto a soluzioni alternative di tipo proprietario

Quando la tecnologia dei computer e dell'informatica in generale iniziò a muovere i primi passi nel Web , un gruppo di sviluppatori ed esperti di software libero, capeggiati da due sviluppatori e noti sostenitori dello stesso (Eric S. Raymond e Bruce Perens), intuì le opportunità offerte da un modello che fosse in grado di dirigere il lavoro volontario o la collaborazione di più persone e di creare software migliore fino nelle sue pieghe più nascoste e oscure.
Intuirono anche che la definizione di software "libero" potesse essere problematica per almeno un paio di ragioni.
In primo luogo , il termine originale inglese si presta a interpretazioni ambigue, perchè free può significare nel contempo "gratuito" e "senza vincoli". Si riteneva inoltre , come sosteneva in particolare Raymond, che insistere sulla "libertà" del software potesse spaventare i dirigenti e i decisori, che andavano invece coinvolti per garantire il successo del movimento.

Fu così che per superare ogni genere di problema, questo gruppo di esperti introdusse la nuova espressione Open Source , e fece nascere un nuovo organismo, cui diede il nome di Open Source Initiative. Il gruppo pose alla base del proprio lavoro una definizione di "software open source" che si sovrapponeva in modo completo ed esclusivo alla definizione di software libero dei quattro gradi di libertà di Stallman e da altre definizioni derivate da questa.
Per distinguere tra software libero e software open source è utile fare una disgressione prendendo a prestito il significato dell'espressione "scisma" che nel caso della religione (ecco la disgressione), avviene quando le chiese si separano e cessano di aderire alla stessa confessione a causa di differenze relativamente piccole che riguardano determinati elementi della fede, della sua interpretazione oppure per motivi di carattere teologico; ad esempio le forme contemporanee, ma non solo, più diffuse di Protestantesimo concordano quasi su tutto, pur mantenendo una serie di distinzioni inconciliabili ormai secolari.

Nel caso dei movimenti per il software libero e open source le distinzioni riguardano invece elementi fondamentali relativi alle motivazioni e alle concezioni, profonde spaccature in definitiva. Un gruppo basa il proprio operato sulla libertà, l'altro sugli aspetti pragmatici del lavoro. Il software libero può essere descritto sostanzialmente come un movimento di carattere sociale, mentre l'open source definisce in primo luogo una metodologia di sviluppo.
Nonostante queste distinzioni, le due formazioni non hanno problemi ad elaborare progetti comuni.

In termini di motivazioni e di obiettivi i movimenti open source e software libero sono molto differenti; per quanto riguarda invece il software, i progetti e le licenze adottate, possono essere visti come sinonimi. Anche se le persone che si identificano con uno dei due movimenti tendono ad esasperarne le differenze, il progetto Ubuntu che sarà oggetto della prossima dispensa, non evidenzia alcun conflitto tra le due ideologie. Chi lavora nel progetto Ubuntu si identifica con uno dei due gruppi, spesso con entrambi.
E' ciò che vedremo insieme addentrandoci nella breve storia di Ubuntu dove a piacimento, volendosi e sentendosi identificato maggiormente con uno dei due movimenti ogni utente avrà una chiave di lettura per un dato termine ma potrà sottintendere ed interpretare anche l'altro. :)

Etabeta, 13 novembre '11

Re: Linux è fra noi

Inviato: 27/05/2015, 10:09
da Etabeta
:) Quando parla di Linux inteso come distribuzione Open Source, chi lo fa non può e tantomeno vuole evitare di andare almeno con il pensiero a Ubuntu.
Allora visto che è così facciamo ancora un tuffo nel passato un pò meno remoto per trovarci immersi nella storia di questo fantastico Sistema Operativo che arricchisce notevolmente la già più che ben dotata distribuzione Linux.

Ubuntu è nato nell'aprile del 2004 e ora ha quasi otto anni di vita; quindi può sembrare fuori luogo ripercorrerne la storia, ma si deve tenere conto che questi anni sono stati ricchi di eventi per il suo sviluppo.
In ragione della sua crescita esplosiva, è difficile perfino per chi è coinvolto da vicino nel progetto tenere traccia e rivedere i momenti essenziali del suo sviluppo.
E' importante inoltre sottolineare che ci sono alcune figure chiave la cui storia personale va ricordata per descrivere completamente lo stesso progetto Ubuntu.
Con questa breve introduzione storica mi propongo di riprendere per sommi capi i momenti salienti della vita di Ubuntu, in modo da elencare cronologicamente tutto ciò che ha portato al progetto così com'è oggi.

Mark Shuttleworth


Non è possibile parlare della storia di Ubuntu tralasciando la soria di Mark Shuttleworth. Egli è indubbiamente la persona più nota e più importante di Ubuntu. Dal punto di vista storico la sua importanza è legata al fatto che Shuttleworth ha dato origine e avvio al progetto; in altre parole è la persona che ha fatto la prima palla di neve che ha poi provocato la valanga che ha preso il nome di "progetto Ubuntu".

Mark Shuttleworth è nato nel 1973 a Welkom, Free State (Sud Africa). Ha frequentato la Scuola Diocesana e ha conseguito una laurea scientifica in sistemi finanziari e informatici presso l'Università di Cape Town. Nel corso dei suoi studi divenne un appassionato utente di computer e prese parte alla comunità del software libero e open source. Fu coinvolto in parte nel progetto Apache e nel progetto Debian, e fu il primo a caricare negli archivi del progetto Debian il web server Apache, probabilmente il singolo componente più importante del software server nelle piattaforme GNU/Linux.


Shuttleworth vide fin dall'inizio le opportunità offerte dal Web e fondò nel suo garage (chissà perchè le storie più importanti cominciano sempre nel garage) , un'authority di certificazione e una società di sicurezza per Internet che prese il nome di Thawte.

Dopo alcuni anni Thawte divenne la seconda authority su Internet, preceduta solo da Verisign. In questo periodo i prodotti e i servizi di Thawte vennero definiti e distribuiti quasi esclusivamente a partire da software libero e open source. Nel dicembre 1999 Shuttleworth vendette Thawte a Verisign per una cifra mai svelata che si aggirava cent più cent meno intorno alle centinaia di milioni di dollari.

Grazie alla fortuna accumulata a un'età così giovane, Shuttleworth avrebbe potuto vivere di rendita e probabilmente c'è da ritenere che abbia valutato attentamente questa ipotesi. Tuttavia decise di investire circa 20 milioni di dollari nel programma spaziale russo al quale dedicò quasi un anno a prepararsi, imparando tra l'altro il russo e allenandosi diversi mesi presso la cittadella spaziale in Russia e così arrivò a coronare il suo sogno di diventare cosmonauta civile partecipando alla missione TM-34 della Soyuz.
Nel corso di questa missione, Shuttleworth trascorse due giorni a bordo del razzo Soyuz e otto giorni all'interno della Stazione Spaziale Internazionale, dove prese parte ad alcuni esperimenti relativi allo studio dell'AIDS e del genoma umano.
All'inizio del maggio 2002 fece ritorno sulla Terra.


Oltre all'esplorazione spaziale e a un'escursione nell'Antartico, Shuttleworth ha svolto un ruolo attivo come filantropo e investitore di capitali. Nel 2001 istituì la fondazione Shuttleworth, un organismo no profit la cui sede si trova in Sud Africa.

Lo statuto della fondazione prevede di promuovere e dirigere il fondamento sociale nel campo dell'istruzione. Ovviamente, i mezzi con i quali la fondazione si propone di raggiungere i propri obiettivi implicano spesso l'adozione e l'utilizzo di software libero.
Grazie a questi progetti l'organizzazione è diventata uno dei principali fautori del software libero e open source in Sud Africa e nel mondo.
Come investitore Shuttleworth ha promosso in Sud Africa attività di ricerca, di sviluppo e imprenditoriali con l'apporto mirato di finanziamenti per mezzo di una società di capitali HBD (acronimo di Here Be Dragons). In quello stesso periodo Shuttleworth si è impegnato a fondo nella definizione del suo successivo progetto di grande portata che avrebbe poi preso il nome di "Ubuntu".
Il prossimo passo ci porterà verso qualcosa di ancor più strettamente legato a Ubuntu ed è per questo che il bello deve ancora venire quindi appuntamento alla prossima. ;)

Etabeta, 23 novembre '11

Re: Linux è fra noi

Inviato: 27/05/2015, 10:10
da Etabeta
:) Warthog. (Facocero)
Non sono certamente mancati i progetti che hanno tentato di combinare traloro GNU, Linux e altre parti di software libero e opensource in un unico pacchetto manipolabile e intuitivo. Mark Shuttleworth, analogamente a molti altri, ha sempre creduto che i vantaggi di carattere filosofico e pragmatico offerti dal software libero avrebbero potuto dare vita a un successo senza uguali.A partire da questa considerazione però, nessuna delle soluzioni disponibili sembrava di fatto interessante.A ciascuna soluzione mancava qualcosa. Shuttleworth interpretò allora questa situazione come un'opportunità: se qualcuno fosse riuscito a realizzare una distribuzione software veramente libera in grado di ampliare la diffusione GNU/Linux, lui avrebbe voluto per sè una posizione di importanza strategica.

Shuttleworth, come molti altri esperti del settore, era un grande sostenitore del progetto Debian, del quale parleremo più in là, anche se Debian presentava diversi aspetti che sembravano non essere finalizzati al suo concetto di sistema operativo ideale.
Così Shuttleworth valutò la possibilità di svolgere un ruolo guida in detto progetto con lo scopo di modificarlo dal suo interno.Tuttavia divenne presto chiaro che il modo migliore per ottenere la soluzione GNU/Linux ideale non poteva partire dal progetto Debian (anche se in molte fasi questo doveva rimanere
esattamente com'era). Al contrario Shuttleworth, stava per erigere un progetto completamente nuovo lavorando in simbiosi con Debian per realizzare un sistema GNU/Linux originale e auguralmente migliore.

Per avviare questo piano, Shuttleworth invitò una dozzina di sviluppatori Debian di fama nel suo appartamento di Londra nell'aprile 2004. Fu durante tale incontro di cui abbiamo già parlato, che vennero definite le fondamenta del progetto Ubuntu. Molte delle persone coinvolte manifestarono un vero e proprio entusiasmo nei confronti delle opportunità offerte da questo progetto che ora era proprio lì davanti ai loro occhi sul tavolo della discussione. Nel corso
dell'incontro il gruppo di lavoro, che avrebbe costituito il nucleo centrale di Ubuntu, stilò un lungo elenco di caratteristiche che avrebbero voluto riconoscere nel loro sistema operativo ideale.
Questo elenco corrisponde oggi a una serie di funzionalità noto alla maggior parte degli utenti di Ubuntu.
Di fatto queste possono essere raggruppate in quanto segue:

-Cicli periodici e frequenti di rilascio di nuove release.

-Attenzione particolare alla localizzazione e all'accessibilità del sistema.

- Attenzione particolare alla facilità d'uso e all'intuitività della soluzione.

- Particolare cura nell'utilizzo di Python come unico linguaggio di programmazione, strumento questo che avrebbe permesso ulteriore costruzione ed espansione dell'intero sistema.

- Metodologia di lavoro orientata alla comunità, che tiene conto dei progetti esistenti di software libero e delle indicazioni fornite dai gruppi di lavoro, non solo al momento di rilascio del prodotto.

- Un nuovo insieme di strumenti di costruzione delle distribuzioni che consenta agli sviluppatori di lavorare all'interno di un ecosistema di progetti diversi tra loro e che consenta agli utenti di riportare indicazioni e suggerimenti nel modo e nel tempo preferiti.

All'interno del gruppo tutti erano concordi sul fatto che per esprimere un'idea le azioni sono più efficaci delle parole; pertanto al primo incontro non seguirono proclami pubblici o annunci a mezzo stampa. Al contrario, il gruppo si diede una prima scadenza, che coincideva con i sei mesi successivi all'incontro. Shuttleworth acconsentì a finanziare il lavoro e a pagare uno stipendio agli sviluppatori che lavoravano al progetto. Dopo sei mesi il gruppo avrebbe annunciato il proprio progetto e rivelato i primi risultati. Predisposero un elenco di obiettivi che avrebbero voluto raggiungere entro questa prima scadenza e ognuno di loro si fece carico dei diversi compiti da assolvere. Decisero quindi che questo ma anche i futuri progetti sarebbero stati battezzati con il nome di un animale e per questa volta il nome era "WARTHOG".
A questo punto penso sia il caso di chiudere una parentesi sulla "breve" storia di Linux per andare a titolare il seguito della vicenda in modo consono all'importanza rivestita da un Sistema Operativo che merita appunto una parte tutta per sè.Al prossimo capitolo dunque. ;)
Etabeta, 29 novembre '11