...ma c'è anche "Ubuntu"
Inviato: 27/05/2015, 10:12
Cosa significa il nome “Ubuntu”?
Warthog, l'appellativo che inizialmente il gruppo di lavoro impegnato nel nuovo progetto di Shuttleworth aveva deciso di attribuire al medesimo divenne invece presto il nome con cui il gruppo stesso avrebbe voluto e si sarebbe detto contento di avere come denominatore comune.
Così da nome di progetto divenne nome di quell'ambizioso gruppo che avrebbe reso possibile la realizzazione dei progetti di cui si è parlato nel capitolo precedente.
I Warthog dunque, capitanati da Shuttleworth sostennero quest'ultimo nell'intenzione di chiamare quel progetto “Ubuntu”.
Ubuntu definisce un concetto e un termine presenti in molte lingue dell'Africa meridionale, inclusi i dialetti Zulu e Xhosa. Il termine fa riferimento a una ideologia o principio etico diffuso in Sud Africa che, anche se difficile da esprimere in altre lingue e culture, può essere tradotto sommariamente come
" umanità verso gli altri “ oppure “ io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti “.
Altri hanno descritto tale concetto come “ la fede in un legame universale di condivisione che connette l'umanità intera “. L'Arcivescovo Desmond Tutu, noto attivista per i diritti umani in Sud Africa, è solito spiegare il termine in questo modo:
<< Una persona dotata di Ubuntu è aperta e disponibile verso gli altri, non ha paura che gli altri siano più capaci e disponibili, perchè ha nei propri mezzi una fiducia che deriva dalla consapevolezza di appartenere a una comunità più grande, e viene sminuita quando altri sono umiliati o disprezzati e sono torturati e oppressi.>>
Il principio di Ubuntu ha giocato un ruolo fondamentale nel Sud Africa post-apartheid e rimane tuttora un sentimento familiare comune alla maggior parte della popolazione di quel paese. Shuttleworth ha sempre sostenuto con fervore l'adozione del termine Ubuntu per denominare il suo nuovo progetto a vario titolo.
In primo luogo, si tratta di un concetto che nasce in Sud Africa - anche se la maggior parte delle persone che vi lavora non risiede in Sud Africa – le radici del progetto stanno in questo paese e Shuttleworth desiderava adottare un nome che lo ricordasse.Il progetto doveva inoltre enfatizzare l'importanza dell'individualità in termini di relazioni con gli altri e sottolineare il senso di comunità e condivisione degli ideali, esattamente gli stessi ideali di condivisione, comunione e collaborazione che avrebbero di fatto contraddistinto il software libero.
Questo termine identifica con precisione quell'aspetto del software libero che il gruppo di lavoro voleva condividere con il mondo intero. L'idea stessa delle relazioni personali che vengono costruite in funzione del rispetto reciproco e delle relazioni con gli altri descrive le regole di base della comunità che il gruppo Warthog voleva generare.
Ubuntu è quindi un termine che ingloba da dove nasce il progetto, verso quale direzione si sta muovendo e il modo in cui viene pianificato. Era ed è un nome perfetto e non avrebbe potuto rivelarsi più adatto.
Ora però mancava ancora qualcosa che avrebbe rivestito un ruolo che non poteva certo essere lasciato al caso.
Vedremo presto di che si trattava.
Etabeta, 5 dicembre '11
Warthog, l'appellativo che inizialmente il gruppo di lavoro impegnato nel nuovo progetto di Shuttleworth aveva deciso di attribuire al medesimo divenne invece presto il nome con cui il gruppo stesso avrebbe voluto e si sarebbe detto contento di avere come denominatore comune.
Così da nome di progetto divenne nome di quell'ambizioso gruppo che avrebbe reso possibile la realizzazione dei progetti di cui si è parlato nel capitolo precedente.
I Warthog dunque, capitanati da Shuttleworth sostennero quest'ultimo nell'intenzione di chiamare quel progetto “Ubuntu”.
Ubuntu definisce un concetto e un termine presenti in molte lingue dell'Africa meridionale, inclusi i dialetti Zulu e Xhosa. Il termine fa riferimento a una ideologia o principio etico diffuso in Sud Africa che, anche se difficile da esprimere in altre lingue e culture, può essere tradotto sommariamente come
" umanità verso gli altri “ oppure “ io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti “.
Altri hanno descritto tale concetto come “ la fede in un legame universale di condivisione che connette l'umanità intera “. L'Arcivescovo Desmond Tutu, noto attivista per i diritti umani in Sud Africa, è solito spiegare il termine in questo modo:
<< Una persona dotata di Ubuntu è aperta e disponibile verso gli altri, non ha paura che gli altri siano più capaci e disponibili, perchè ha nei propri mezzi una fiducia che deriva dalla consapevolezza di appartenere a una comunità più grande, e viene sminuita quando altri sono umiliati o disprezzati e sono torturati e oppressi.>>
Il principio di Ubuntu ha giocato un ruolo fondamentale nel Sud Africa post-apartheid e rimane tuttora un sentimento familiare comune alla maggior parte della popolazione di quel paese. Shuttleworth ha sempre sostenuto con fervore l'adozione del termine Ubuntu per denominare il suo nuovo progetto a vario titolo.
In primo luogo, si tratta di un concetto che nasce in Sud Africa - anche se la maggior parte delle persone che vi lavora non risiede in Sud Africa – le radici del progetto stanno in questo paese e Shuttleworth desiderava adottare un nome che lo ricordasse.Il progetto doveva inoltre enfatizzare l'importanza dell'individualità in termini di relazioni con gli altri e sottolineare il senso di comunità e condivisione degli ideali, esattamente gli stessi ideali di condivisione, comunione e collaborazione che avrebbero di fatto contraddistinto il software libero.
Questo termine identifica con precisione quell'aspetto del software libero che il gruppo di lavoro voleva condividere con il mondo intero. L'idea stessa delle relazioni personali che vengono costruite in funzione del rispetto reciproco e delle relazioni con gli altri descrive le regole di base della comunità che il gruppo Warthog voleva generare.
Ubuntu è quindi un termine che ingloba da dove nasce il progetto, verso quale direzione si sta muovendo e il modo in cui viene pianificato. Era ed è un nome perfetto e non avrebbe potuto rivelarsi più adatto.
Ora però mancava ancora qualcosa che avrebbe rivestito un ruolo che non poteva certo essere lasciato al caso.
Vedremo presto di che si trattava.
Etabeta, 5 dicembre '11