Si conclude definitivamente oggi il programma Extended Security Update di Windows 7: niente più aggiornamenti, nemmeno a pagamento.
Tre anni fa, a metà del gennaio 2020, abbiamo pubblicato su queste pagine un articolo dedicato a Windows 7 intitolato “Questa volta è davvero finita”. All’epoca, Microsoft ha infatti interrotto il rilascio di aggiornamenti e patch di sicurezza per la piattaforma lanciata nel lontano settembre 2009, proseguendo solo con il supporto garantito ai clienti enterprise attraverso il programma Extended Security Update (ESU) a pagamento, anch’esso ora giunto al capolinea.
Oggi la fine del programma ESU di Windows 7
La scadenza è infatti fissata per il 10 gennaio 2023, oggi. Cosa significa? Semplicemente, che coloro ancora bloccati a questo sistema operativo hanno ora due opzioni: effettuare un upgrade passando a una versione più recente oppure accettare di dover quotidianamente fare i conti con i tanti rischi connessi alla mancata correzione di bug e vulnerabilità.
In altre parole, si è potenzialmente esposti non solo a crash e malfunzionamenti, ma anche e soprattutto all’azione dei cybercriminali e dei loro malware, che attraverso tecniche sempre più evolute (e subdole) cercano costantemente di allungare le mani su dati, account e portafogli delle vittime. Insomma, il computer continuerà a funzionare, ma non riceverà più nemmeno le patch fin qui garantite dal programma ESU.
A differenza di quanto si potrebbe essere portati a pensare, una quota non indifferente di utenti PC è ancora ferma a W7. Per l’esattezza, con riferimento alle percentuali condivise da StatCounter e aggiornate a dicembre 2022, l’11,2%, considerando tutte le release della piattaforma in circolazione. La fetta più grande della torta è attribuita a W10 (67,95%), nonostante il progressivo declino. In costante crescita, invece, il successore W11 (16,97%). Le restanti briciole si dividono tra W8.1 (2,60%) e l’immortale WXP (0,49%).
Il forte legame tra la community e Windows 7 è testimoniato da iniziative come quella che abbiamo segnalato in precedenza: uno sviluppatore è riuscito ad avviare il sistema operativo su una macchina virtuale con processore da 5 MHz e 128 MB di RAM. Per tutti i dettagli rimandiamo all’articolo dedicato: https://www.punto-informatico.it/window ... 28-mb-ram/
Fonte Microsoft
Autore: Cristiano Ghidotti (per Punto Informatico)
10 gennaio 2023
Windows 7, fine dei giochi: questa volta per davvero
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