Guida per principianti a GNU/Linux: le utility e le librerie

Tralasciamo per un attimo i programmi che usiamo giornalmente: Firefox, OpenOffice.org, Pidgin, ecc. e pensiamo, per un attimo, a cosa facciamo con il sistema operativo “nudo”.
Una delle operazioni più comuni è copiare i file da un posto all’altro. Ad esempio dal nostro hard disk ad una penna usb. Oltre a copiare, possiamo cancellare e rinominare i file.
Per compiere queste operazioni di solito ci serviamo di un apposito programma del sistema operativo, il file manager. Su Gnome è Nautilus, su Kde abbiamo Konqueror e Dolphin, su Windows c’è Explorer.
Se invece usiamo l’interfaccia testuale, daremo dei comandi. Per copiare un file useremo cp (copy), per cancellarlo useremo rm (remove), per cambiare nome o spostarlo ci serviremo di mv. Esamineremo in dettaglio questi comando in una prossima puntata.
Sia che usiamo l’interfaccia grafica o quella testuale, insomma, avremo bisogno di strumenti per manipolare i file. Ma avremo bisogno anche di strumenti di base per modificarli. Uno di questi è l’editor di testo che ci permette ad esempio di modificare i file di configurazione del sistema oppure di scrivere degli appunti, o anche un programma.
Quando diamo il comando:
Citato:
"gedit /etc/X11/xorg.conf,,
per cambiare qualcosa nel file di configurazione del server grafico (ad esempio a causa di una risoluzione sballata) non sitamo facendo altro che aprire un file di testo (xorg.conf, appunto) tramite un editor (gedit). E’ quindi fondamentale che il sistema ci metta a disposizione questo strumento.
Questi programmi utili e basilari si chiamano utility. Tutti i sistemi operativi ce le hanno perché altrimenti ci potremmo fare ben poco. Più che operativi, sarebbero sistemi inoperativi.
Torniamo ora al piccolo programma che avevamo visto nel primo post sui sistemi operativi:
Citato:
"#include <stdio.h>
int main () {
printf("Ecco il mio primo programma\n");
return 0;,,
Avevamo esaminato cosa fa printf e cosa fa return. Rimane da spiegare il resto. Soprattutto cosa fa:
Citato:
"#include <stdio.h>,,
Questa non è una vera e propria istruzione del programma, ma è importantissima lo stesso. Essa permette di “includere” nel programma le istruzioni che concretamente realizzeranno la nostra printf. Queste istruzioni in sostanza prenderanno il primo carattere e lo manderanno al video, poi il secondo, poi il terzo, ecc. Esse sono contenute in una libreria. Dobbiamo immaginare le librerie come delle vere librerie che contengono… be’, ovviamente libri. Se abbiamo bisogno di costruire un cigno di carta cercheremo nella nostra libreria un libro dal titolo “Origami”. Lo stesso fa il nostro programma: nelle librerie del sistema operativo prenderà il volume chiamato “stdio” (ovvero: standard input/output) in cui è contenuto printf. In questo modo tutti i programmi possono condividere printf tra di loro. Basta che ognuno di essi “chiami” la libreria. La stessa cosa vale anche per operazioni più complesse, come la gestione dei file.
Vedremo prossimamente l’importanza di una particolare libreria, la Libreria Standard del C, un pezzo fondamentale di un sistema Unix (e quindi anche di GNU/Linux) che permette la comunicazione tra i programmi e il nucleo del sistema operativo (il famoso kernel).

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